La nostra civiltà, la civiltà degli uomini.

“Anni fa, uno studente chiese all’antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra.
Ma non fu così.
Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l’osso guarisca.

Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.

Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia.

Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo”.

Per questo chi predica odio, chi pratica l’esclusione o l’insulto sistematico come prassi politica, chi pensa solo al vaffa e non è capace di dire altro, chi non è in grado di costruire nulla, ma è solo capace di scrivere scempiaggini su Facebook, chi è capace solo di criticare ma non ha alcuna esperienza amministrativa, chi gode del male altrui, chi dice che sono gli immigrati la causa di tutti i problemi, chi intasca 49 milioni truffando lo Stato ma ha il coraggio di puntare il dito verso altri, ancora innocenti… avrà tutta la nostra comprensione.

Siete stati feriti e non riuscite a guarire, vi aiuteremo, nonostante quello che dite, nonostante quello che fate.
Perchè vogliamo una civiltà migliore. Viva la Svezia, viva la Fabbrica delle Idee.

Andrea Cardillo