Nel consiglio Comunale del 24 ottobre 2019 si è approvata, all’unanimità, la variante generale del PGT. L’evento non ha avuto grande rilevanza e, in effetti, per il cittadino comune il PGT, forse qualcuno non sa neppure il significato di questo acronimo, non sembra avere una grande importanza nella vita della città. Più visibili le manutenzioni : la buca nella strada, l’albero non tagliato o i lampioni spenti. In realtà non è così.
Il PGT o Piano di Governo del Territorio rappresenta invece il progetto della città futura, quella che, in termini più eleganti, si chiama la ”Vision”.
In buona sostanza, la realtà di un territorio può essere modificata, in tempi più o meno lunghi, ma per farlo bisogna partire da un progetto. Per fare un esempio concreto: se un’area viene trasformata da agricola in edificabile, non si tratta solo di una campitura che cambia colore sulla carta; è evidente che questo spazio, prima o poi, verrà trasformato in cemento e sarà molto difficile, in futuro, cambiarne la destinazione.
Per troppo tempo l’urbanistica ha considerato gli spazi non ancora edificati come vuoti da riempire; lo sviluppo di una città era inteso, appunto, come completamento del tessuto edificato. Le casse delle amministrazioni si potevano contemporaneamente riempire, grazie agli oneri di urbanizzazione versati.
Non si parlava ancora di “sostenibilità”. Anche se ricordo, nei lontani anni 70 una magistrale lezione alla facoltà di Architettura, durante la quale era comparso dal fondo dell’aula Adriano Celentano che aveva intonato la sua famosa ballata “ Il ragazzo della via Gluck” …” là dove c’era l’erba ora c’è una città “. Una lezione molto emozionante che ha lasciato il segno.
Ora si parla di consumo di suolo 0 e a questa regola dovrebbero ispirarsi tutti i progetti di pianificazione.
Ebbene anche il nostro piccolo territorio, di circa 3 km quadrati, ha ben pochi spazi “vuoti “: è tutto intensamente edificato.
Il progetto di trasformazione dovrà allora prevedere la rigenerazione di quanto esiste, nella direzione di una maggior sostenibilità. Vale a dire che ogni intervento dovrà preoccuparsi di non aumentare la portata di acqua piovana nelle fognature, lasciando adeguati spazi filtranti, non dovrà creare un aggravamento dei problemi di traffico o di sosta, non dovrà comportare un peggioramento del rumore, della qualità dell’aria ed altro ancora. Non da ultimo dovrà inserirsi in modo armonico nel contesto esistente, senza compromettere o alterare l’equilibrio del paesaggio urbano.
Concetti complessi che però si traducono in semplici percezioni; anche il più distratto dei cittadini avverte un certo disagio quando si trova davanti a un edificio in costruzione che sta modificando il paesaggio con forte impatto.
Tutti i cittadini di Cusano si sono accorti del grande volume che stava invadendo la via Tagliabue, là dove c’era un piccolo edificio. Bene, la possibilità di realizzarlo era contenuta in quei numeri che sembravano non avere senso, in quello 0,8 mq/mq , più una serie di bonus e incentivi volumetrici che, uniti alla imposizione di un allineamento sul filo stradale, si sono tradotti in qualcosa di concreto e tangibile. Era tutto scritto nel PGT.
Ebbene, il nuovo PGT dovrebbe limitare questi effetti.
L’importanza del voto di approvazione alla variante del 24 ottobre sta anche nel fatto che è stato espresso all’unanimità. Difficilmente accade, la minoranza mantiene sempre il suo distacco e non approva.
Ma questa minoranza è quella che la variante ora approvata aveva a lungo ragionato e voluto.
D’altra parte anche al momento dell’adozione, avvenuto con la precedente amministrazione, si era raggiunta l’unanimità.
A mio avviso questo è un buon segno e una conseguenza del lungo processo di partecipazione che aveva preceduto la stesura del nuovo strumento urbanistico.
Con qualche difficoltà, era la prima volta che si procedeva in questo modo, si era concesso molto spazio al lavoro delle interviste, dei laboratori di progettazione e degli itinerari nel territorio, guidati da esperti incaricati, per arrivare ad un percorso condiviso per la progettazione del futuro della città. Il tutto è stato fissato in un bel volumetto consultabile anche sul sito del Comune, dal titolo: ”Percorso Partecipativo, per definire i temi e i luoghi strategici del nuovo piano urbanistico comunale”.
E, concedetemelo, sono molto orgogliosa di avere lasciato questa impronta di “Partecipazione” al mio mandato amministrativo appena concluso, in qualità di assessore alla pianificazione urbana.
Si dovrebbe continuare in questa direzione, anche perché la costruzione o ricostruzione della città non è un fatto che riguarda solo la pubblica amministrazione, ma richiede l’intervento dei privati : dal semplice cittadino all’operatore immobiliare, dal responsabile dell’industria al commerciante, dalla realtà associativa ai sindacati, tutti dovrebbero avere un ruolo nella concretizzazione del progetto, nel rispetto di alcune regole.
Si chiamano Norme Tecniche di Attuazione ( NTA) e contengono quegli astratti numeri che si tradurranno poi in forme e volumi che modificano il paesaggio.
Senza entrare in tecnicismi , tutto è comunque consultabile sul sito del Comune, ci sono altri aspetti di questa variante che ritengo importanti:
- responsabilizza l’Amministrazione e il Consiglio Comunale nell’approvazione delle scelte più importanti di trasformazione del territorio;
- valorizza il rapporto con il privato, da attuarsi attraverso convenzioni trasparenti che difendano l’interesse pubblico.
La variante approvata contiene anche alcune scelte coraggiose, quali:
- quella di destinare a servizi un’area edificabile adiacente al Seveso, con una inversione di tendenza: non più riempire vuoti, ma crearne nuovi;
- la scelta di aprire un dialogo con Esselunga che è ora diventata un importante operatore economico della città;
- l’adozione di un nuovo metodo sperimentale per le aree progetto che sono quelle che in futuro consentiranno le trasformazioni importanti, le famose aree industriali più o meno dismesse: poche regole, ma ascolto e valutazione delle proposte;
- l’idea di unificare il territorio della città giardino.
Il nuovo piano prevede anche la costituzione di una Commissione Consiliare Permanente, specializzata nelle questioni urbanistiche, che si avvale anche di esperti sulla qualità urbana, in grado di esaminare le proposte dei privati per le Aree Progetto.
Il nuovo PGT, infine, ragiona in termini di pianificazione unitaria, da qui l’idea di definire alcuni ambiti in modo omogeneo, come: la strada mercato della via Sormani, la via Matteotti, La Strecia, il Milanino.
Inizia ora il lungo e lento lavoro della sua applicazione.
Il 24 ottobre ha segnato l’inizio di questo percorso.
Lidia Arduino