Quant’è bella giovinezza! Che si fugge tuttavia…

Invecchiamento della società, la risposta delle istituzioni e della comunità. E una provocazione.

Sabato 23 novembre, in Sala Moneta, nell’ambito di un’ampia riflessione promossa dal locale circolo PD su società, ambiente e  comunità si è parlato con Rosemarie Tidoli – www.lombardiasociale.it – di vecchiaia in Italia e in Lombardia. Le cifre sono impressionanti. Gli ultra sessantenni superano il 28% della popolazione, per non tacer di Cusano dove oltrepassano il 34%, e destabilizzano – senza colpa alcuna – famiglie, istituzioni, bilanci dei sistemi di cura, la previdenza.
A questa bufera si aggiunge il fenomeno della denatalità che esplode sull’invecchiamento sociale in un rimpiattino perverso che moltiplica esponenzialmente gli effetti pesanti delle due dinamiche. Pochi, pochissimi neonati e moltitudini di canuti pensionati. Per chi voglia farsi un’idea di quanto è stato fatto e di come si è trasformata la risposta  alla la terza età allego le slide utilizzate: 2019_III-età

Scorrendo nelle pagine della presentazione non si può fare a meno di notare che ogni singola azione, ogni singolo impegno preso da istituzioni e famiglie ruota intorno al concetto di CURA. Vecchiaia è decadenza,  avvizzimento, dipendenza, debolezza, vecchiaia è cura. In più di duemilacinquecento anni di storia documentata la nostra idea della terza età è rimasta la stessa del poeta: fulmineo precipita il frutto di giovinezza, come la luce d’un giorno sulla terra, E quando il suo tempo è dileguato è meglio la morte che la vita.

Vale allora la pena di buttare nel mezzo dei cupi pensieri del lettore una provocazione che viene attribuita a Umberto Veronesi, da lui utilizzata in altro ambito – quello del tumore – e alla cui verità ha dedicato l’ultimo, lungo periodo della sua vita: “Il modo migliore per curare il cancro è non prenderlo.” Il pungolo al limite dell’offesa, una provocazione appunto, era tutto teso a ribaltare la CULTURA dell’epoca in merito ai tumori. Una rivoluzione copernicana che Veronesi ha pazientemente tessuto nei suoi ultimi quindici anni: la PREVENZIONE E’ TUTTO, LA CURA É GIÀ UNA BATTAGLIA DI RETROGUARDIA, PERICOLOSA E DAGLI ESITI INCERTI. Nei suoi ultimi libri Veronesi ha posto con forza la necessità di cambiare radicalmente l’alimentazione, gli stili di vita, l’attività fisica. Ai politici e amministratori ha ricordato con ossessione la necessità di eliminare gli ambienti corrotti e malsani – pensiamo ai quartieri di Taranto vicini all’ILVA – e di rivoluzionare la società, il suo modo di spostarsi per esempio – la pianura padana e i suoi miasmi da trasporto su auto. In pratica chi pensa che la salvezza dal tumore – o da altre malattie – passi solo dal sistema sanitario ha inteso poco di quello che gli succede intorno.

Provocazione analoga sulla terza età ci viene dal Professore Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto dei Tumori di Milano: IL MODO MIGLIORE DI INVECCHIARE É DI NON INVECCHIARE. Ancora una volta, fortemente e senza equivoci, Berrino come Veronesi, afferma che la risposta della società al suo invecchiamento non passa semplicemente dai luoghi di cura, RSA e altri istituti ma si libera da altri luoghi, da pratiche sane, da una alimentazione corretta. Di nuovo la PREVENZIONE, di nuovo una visione articolata e complessa che coinvolge e mette in discussione l’intero modo di vivere delle nostre società.

Ma come innescare questa rivoluzione? Al solito tutto passa dalla CULTURA, ovvero la capacità di porsi domande sulla propria esistenza e la perseveranza di cercare sempre e sempre le risposte. La CULTURA É TUTTO (come definita poco sopra) IL RESTO NE CONSEGUE.

Sempre di più cresce d’importanza la possibilità da parte di tutti di accedere a luoghi di informazione e formazione, la necessità di continuare nell’intera esistenza a imparare. Qui a Cusano Milanino si sta imbastendo proprio questo discorso con la creazione dell’UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO.

Invecchiando imparo ogni giorno cose nuove, diceva Solone l’Ateniese.